Nord America

Classi meno numerose nelle scuole primarie migliorano il rendimento scolastico?

Boyd-Zaharias J. (1999), Project STAR – The story of the Tennessee class-size study, American Federation of Teachers, American Educator

Le politiche per favorire il successo scolastico si concentrano su una moltitudine di aspetti differenti, uno dei quali è il fattore ambientale. Un progetto realizzato nelle scuole primarie degli Stati Uniti tra il 1985 e il 1989, che consiste nell’adozione di classi con non più di 17 alunni, ha mostrato risultati positivi sui livelli di apprendimento negli anni successivi, e un parziale effetto positivo anche negli esiti scolastici di lungo periodo.

Può un servizio di tutoraggio aiutare gli studenti a completare l’iscrizione all’università?

Castleman, B.I., Page, L.C., & Schooley, K. (2014), The forgotten summer: does the offer of college counseling after high school mitigate summer melt among college-intending, low-income high school graduates?, Journal of Policy Analysis and Management, 33(2), 320–344.

Tra i motivi che possono portare uno studente (in particolare se a basso reddito) a non iscriversi all’università, vi è l’assenza di una capacità di gestire con i mezzi a disposizione le questioni pratiche connesse all’iscrizione. Un esperimento mostra che un servizio di tutoraggio estivo individuale può aumentare la propensione a completare l’immatricolazione, con un effetto che cresce al crescere della condizione di bisogno.

Attività di gioco organizzato durante l’intervallo aiutano a ridurre il bullismo a scuola?

Bleeker M. et al. (2012). Findings from a randomized experiment of Playworks: Selected results from cohort 1. Report prepared for the Robert Wood Johnson Foundation by Mathematica Policy Research and Stanford University's John W. Gardner Center for Youth

Per contrastare il bullismo è stato implementato negli Stati Uniti il programma Playworks, il cui fulcro è la figura del coach che organizza attività di gioco strutturato durante la ricreazione e supporta l’insegnante durante le lezioni. Al termine del primo anno di implementazione Playworks ha mostrato un effetto positivo sulla percezione del clima scolastico da parte di insegnanti e dirigenti, mentre non ha avuto effetto dal pinto di vista degli studenti.

Un servizio di orientamento può modificare le aspettative degli studenti rispetto all’università?

Oreopoulos P., Dunn R. (2012), Information and college access: Evidence from a randomized field experiment, NBER Working Paper n. 18551

La prospettiva di non andare all’università può essere frutto di una scarsa conoscenza di ciò che comporta l’iscrizione, anche in termini economici e di ritorno dell’investimento. Un intervento realizzato in Canada, che consiste nel fornire informazioni sui costi universitari, le forme di sostegno finaziario e sui potenziali ritorni economici si è rivelato in grado di incidere notevolmente sulle aspetattive degli studenti, sopratuttto su quelle dei più indecisi.

La qualità didattica dell’e-learning è pari a quella dei corsi frontali?

Bowen et al. (2014), Interactive Learning Online at Public Universities: Evidence from a Six-Campus Randomized Trial, Journal of Policy Analysis and Management, Vol. 33, n.1

Dovendo gestire i corsi universitari a fronte di un aumento della proporzione tra numero di studenti e risorse disponibili si può incidere sui costi ricorrendo in luogo della didattica tradizionale all’e-learning. Un’esperienza di adozione di corsi ibridi (e-learning in piccola parte supportato dal docente) in sei università americane per l’insegmamento della statistica mostra che i risultati didattici sono sostanzialmente gli stessi dei corsi ordinari.

Può uno scambio di esperienze tra studenti aiutare l’inserimento delle matricole con più difficoltà?

Stephens N.M., Hamedani M.G., Destin M. (2014), Closing the social-class achievement gap: A difference-education intervention improves first-generation students’ academic performance and all students’ college transition. Psychological Science, 25(4)

Durante l’inserimento all’università uno studente può essere penalizzato dal fatto di avere genitori non laureati, quindi non in grado di fornire un supporto informativo e trasmettere un bagaglio di esperienze utili. L’organizzazione a inizio anno di un breve incontro di gruppo, durante il quale ex-matricole in condizioni simili condividono gli specifici problemi affrontati e le possibili soluzioni, sembra migliorare sensibilmente le condizioni degli studenti in difficoltà.

Un servizio informativo può supportare le scelte degli studenti nell’iscrizione all’università?

U.S Department Of Education, Institute Of Education Sciences, What Works Clearinghouse (2014), Wwc Review Of The Report: Expanding College Opportunities For High-Achieving, Low Income Students.

La scelta dell’università da frequentare rappresenta un momento importante, ma spesso non è supportata da un’adeguata disponibilità di informazioni. Fornire informazioni sulle università tramite invio postale si rivela in grado di aumentare in modo sensibile le candidature e le iscrizioni ai college più selettivi, con una potenziale ricaduta economica di peso a fronte di un costo di intervento minimo.

I servizi di mentoring aiutano gli adolescenti di famiglie monoparentali a diventare adulti più responsabili?

Tierney J. et al. (2000), Making a Difference. An Impact Study of Big Brother Big Sister, ed. Public/private Ventures

Gli adolescenti provenienti da famiglie monoparentali spesso crescono situazioni che possono ostacolare lo sviluppo dell’autostima e del senso di responsabilità dell’adolescente. Il programma “Big Brothers Big Sisters” attivo negli USA offre servizi di mentoring che hanno mostrato effetti positivi su un ampio ventaglio di fenomeni, da frequenza e rendimento scolastico all’uso di droghe ed alcol, a comportamenti violenti e rapporti con gli altri.

Ottenere un diploma favorisce il reinserimento degli ex-detenuti?

Cronin J. (2011), The path to successful reentry: the relation between correctional education, employment and recidivism, Institute of Public Policy, Truman Policy Research

L’eccessivo numero di detenuti rappresenta un serio problema in molti stati. La recidiva ne è sicuramente una delle cause ed è sintomo di uno scarso reinserimento sociale dei soggetti rilasciati. Uno studio conferma tanto il legame tra occupazione e recidività quanto il ruolo virtuoso di un percorso educativo nel carcere: conseguire un diploma aumenta la probabilità di trovare un lavoro a tempo pieno, e riduce in eguale misura il rischio di recidiva.

La severità del regime carcerario influenza il rischio di recidiva?

Chen M.K., Shapiro J.M. (2007), Do harsher prison condition reduce recidivism? A discontinuity based approach, American Law and Economics Review, 9.1

Nell’ambito delle politiche carcerarie gli approcci per ridurre il rischio di recidiva sono molteplici, e possono basarsi tanto su meccanismi rieducativi e di reinserimento quanto su quello deterrente. In questo può giocare un ruolo anche il livello di sicurezza del carcere: si stima che al crescere del livello di sicurezza cresce sensibilmente il rischio di essere nuovamente arrestati e entro pochi anni dal rilascio.