La redistribuzione dei rifugiati sul territorio aiuta l’inclusione?

AMBITO DI POLICY: Immigrazione, Lavoro
STRUMENTO DI POLICY:
Formazione, Organizzazione
PAESE:
Europa
DISEGNO DI VALUTAZIONE:
Difference in Differences

I rifugiati incontrano difficoltà di inserimento lavorativo maggiori rispetto agli altri immigrati. Una minore preparazione della migrazione, maggiori barriere di accesso nel nuovo paese ne sono delle ragioni. Ed eventuali fenomeni di ghettizzazione non aiutano. Una redistribuzione all’interno del territorio nazionale e la creazione di percorsi di supporto e formazione civico linguistica possono rappresentare una soluzione? Uno studio ha analizzato una riforma svedese che nel 1985 adottava questi strumenti. I risultati, focalizzati su lavoro, redditi, dipendenza dai sussidi, evidenziano più ombre che luci. Una riforma può sì redistribuire i rifugiati, ma se nelle destinazioni non si creano contestuali opportunità per chi ci arriva, l’esclusione non si risolve.

Edin P.A., Fredriksson P., Åslund O. (2004), Settlement policies and the economic success of immigrants. Journal of Population Economics, vol. 17.

AUTORE DELLA SCHEDA: Gaia Testore

ObiettivoAspetti principaliRisultati
- Favorire una rapida l’inclusione socio lavorativa dei rifugiati- Redistribuzione dei rifugiati sul territorio nazionale, riduzione della ghettizzazione
- Lunghi percorsi formativi civici e linguistici
- Minore concentrazione nelle zone di tradizionale immigrazione
- Peggioramento delle condizioni di inserimento sociale e lavorativo
Parole chiave: integrazione, immigrazione, redistribuzione geografica, rifugiati, formazione, inclusione socio-lavorativa